giovedì 14 ottobre 2010

AIMONE - testo argomentativo - tema n 1

VELO SI O VELO NO?
VELO? MEGLIO DI NO.
In questi ultimi mesi si è spesso sentito parlare del velo islamico e di tutte le diverse problematiche che esso porta con se’. In particolare la recente legge attuata dalla Francia, ovvero il divieto di indossare il velo integrale, il burqa, in luoghi pubblici ha aperto un grande dibattito. Prima di prendere posizione, però, bisogna fare delle distinzioni riguardo ai diversi tipi di velo. Vi sono il burqua, entrato in uso all’inizio del 1900, esso copre integralmente il corpo e all'altezza degli occhi può presentare una retina che permette di vedere senza scoprire gli occhi della donna; il niquab, che anch’esso copre in modo integrale il corpo, lasciando però scoperti gli occhi; il chador, composto da una mantella e da un foulard che incornicia il viso lasciandolo scoperto ed infine vi è l’hijab, un foulard che copre i capelli. Dopo l’attuazione del decreto di legge in Francia il parlamento ha proposto di adottare un provvedimento simile anche in Italia. A mio parere l’idea di vietare, nel nostro paese, l’utilizzo del burqa nei luoghi pubblici è appropriata. Infatti ritengo che nascondere la propria persona non sia il modo giusto per cercare di integrarsi e non si applichi così il concetto di uguaglianza. Infatti ai cittadini italiani è vietato coprire il proprio corpo da una legge relativa alle norme di Pubblica Sicurezza che recita in questo modo: "È vietato l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l'uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino." Inoltre, secondo me, incontrare per strada una persona non identificabile può anche intimorire, non sapendo chi vi è sotto quell’enorme “mantello”. Vi è però da dire che l’usanza del velo è antica e riguarda in prevalenza la sfera religiosa: infatti sia nella Bibbia ( Nuovo Testamento, in una prescrizione di Paolo) che nel Corano vi è scritto di utilizzare da parte della donna l’uso del velo come forma di decoro e anche un po’ di sottomissione: ”…L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli…”. Per questo anche in Italia, soprattutto nel meridione, non molti anni fa vi era l’uso di coprirsi i capelli, ritenuti peccaminosi, soprattutto all’interno delle chiese. Gli italiani, però, come la maggior parta dell’Europa, ha superato questa forma di sottomissione ed ora vige il concetto di uguaglianza dei sessi. Un altro motivo che mi permette di approvare il divieto del burqa è che tutti gli altri stranieri presenti nel nostro territorio, come per esempio i cinesi, una delle popolazioni che meglio si adattano alle diverse realtà, non si vestono con i loro abiti tipici ma si adattano agli usi e costumi presenti sul territorio come è giusto che sia. E’ quindi appropriato vietare il velo sia per rispetto della nostra popolazione sia della loro. Questo pensiero si sta divulgando anche negli altri paesi europei. Stanno infatti vertendo su questa opinione la Spagna, in particolare dopo il rifiuto di una donna islamica a testimoniare in tribunale a volto scoperto, il Belgio, la Svizzera, l’Olanda e la Germania che in particolare pensano di vietare il fatidico velo soprattutto nelle scuole.

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