venerdì 15 ottobre 2010

PAPURELLO- testo argomentativo- tema 1

L’ Italia vuole il velo?
Burqa non gradito.



In Francia è stato approvato il divieto di indossare il burqa e il niqhab in luoghi pubblici: «Vivere la Repubblica a viso scoperto è una questione di dignità ed uguaglianza» afferma il ministro della giustizia francese Michele Alliot-Marie.
Immediata è la reazione dell’ Italia che presenterà un disegno di legge esattamente identico alla legge dello Stato francese e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dichiara «Il divieto di burqa è giusto, opportuno e doveroso».
All’ origine del divieto del velo non vi è una questione di carattere religioso, la Repubblica Italiana rispetta la religione, qualunque essa sia, degli altri paesi ed essa è sancita dall’ articolo otto che garantisce libertà di culto. In Francia, non si è vietato di indossare lo chador o l’ hijab, ma solo quei tipi di veli che coprono integralmente il volto: si tratta infatti di motivi relativi all’ ordine pubblico.
Dietro il velo si potrebbe nascondere un criminale, in tal modo non riconoscibile e bisogna anche prendere in considerazione il fatto che in Italia è già in vigore una legge costituzionale che vieta di andare in giro mascherati.
Tuttavia non tutte le donne musulmane sono obbligate a indossare il velo e solo in alcuni paesi, legati ad aree geografiche del mondo, vi è la costrizione ad aderire a questo codice di abbigliamento dettato dalla religione di Allah: si tratta dunque di un segno di obbedienza a Dio e non all’ uomo, a cui la donna puo’ scegliere o non scegliere di aderire. Anzi, coprire, anche in modo integrale, alcune parti del corpo è simbolo di liberazione dalla schiavizzazione della donna da parte dell’ uomo.
Non tutte però hanno questo privilegio di scelta, legato a una lunga tradizione gerarchica, e molte giovani donne sono costrette dalla propria famiglia a osservare la religione islamica.
E’ dunque evidente che il velo è simbolo di sottomissione della donna all’ uomo, la quale è educata a questo atteggiamento fin da ragazzina. Nei paesi musulmani la dignità della donna è completamente ignorata e non è un caso che in proprio in questi paesi essa venga sgozzata, lapidata e non rispettata.
Oltre a vietare l’ uso di questo tipo di capo, simbolo di abnegazione della propria persona e di quella altrui, si dovrebbe anche istituire un corso di educazione civica perché è irrispettoso nei confronti di coloro che tanto hanno fatto per portare al pari dell’ uomo, con eguali diritti e doveri, la donna.
Il divieto di velo dovrebbe dunque essere introdotto anche in Italia perché poco importa se ciò significa inasprire relazioni interculturali già di per sé complesse o avere un atteggiamento di favore nei confronti di quei paesi come l’ Africa Subsahriana, dove non vige l’ obbligo di indossare il burqa per la donna Occidentale.
Il dovere più importante per lo Stato è garantire l’ ordine pubblico e la sicurezza delle persone e anche, soprattutto, la personalità di ogni singolo individuo anche se questo comporta calpestare una tradizione secolare.

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