sabato 23 ottobre 2010

TALUCCI - Testo argomentativo - Tema n. 2

Tutti o nessuno!
Crocifissi nelle aule: fra polemiche e approvazioni.

Una sentenza emessa all’unanimità da sette giudici della corte europea dei diritti umani di Strasburgo sostiene che il crocifisso appeso nelle aule scolastiche sia un limite alla libertà religiosa. Pertanto, secondo quanto emerso dalla deliberazione, il crocifisso è in grado di turbare profondamente la sensibilità dei non cattolici e rappresenta una palese incoerenza contro la laicizzazione dello stato.
Contro la corte si sono immediatamente scagliate numerose critiche che provengono in particolare dal governo italiano, da cittadini cristiani cattolici e dal Vaticano che parla di “decisione miope e sbagliata”.
Non dichiaro una mia più totale indifferenza in materia, ma ritengo che la discussione sia durata fin troppo. È ormai necessario porre fine a quest’ignorante scontro tra scuola e religione.
Ciò che vorrei sottolineare è il fatto che la nazione italiana si sta lentamente muovendo per diventare un paese multietnico. Gli stranieri sono ormai numerosissimi e con questi le loro culture, tradizioni, religioni. Musulmani, ebrei, buddisti, induisti… in democrazia anche le rivendicazioni delle minoranze vanno rispettate. L’Italia è un paese democratico. Pertanto nella nostra nazione è importante agire sempre nell’interesse di tutti, comprese le minoranze straniere. Sarebbe sinonimo di innovazione, originalità e modernità dedicare una parete delle aule scolastiche a tutti i simboli religiosi. Ecco! L’immagine della convivenza e del rispetto reciproco. Tanti simboli appesi, tutti carichi di intenso significato e soprattutto vicini. “A Dio piace essere venerato in molti modi”. È questa l’idea suggerita dall’esponente del filone utopico rinascimentale Tommaso Moro, che appoggio pienamente. Egli è uno dei massimi esponenti della tolleranza religiosa e critica fortemente il fanatismo. Sono infatti da condannare esclusivamente i simboli specchio di ideali fissati ed invasati. Tuttavia tale proposta non esonererebbe gli atei, in quanto anch’essi potrebbero creare un proprio simbolo (pacifista e inoffensivo).
L’unica alternativa che riesco a distinguere sarebbe quella di spogliare i muri scolastici da ogni simbolo religioso. Tutti o nessuno! È un principio fondamentale per garantire maggior giustizia possibile: accontentare tutti o, nel caso in cui ciò non si possa verificare, l’opzione coinciderebbe con l’inappagamento generale.
Nessuno sembra interessato ad assicurare una piena convivenza all’interno dell’umanità e in primis tra le religioni.
Se da una parte la Corte di Strasburgo sembra salvaguardare più che la laicità dello stato gli interessi degli atei, dall’altra i ministri italiani tentano esclusivamente di tutelare la religione cristiana cattolica. Lo stesso Marco Travaglio che scrive l’articolo “Ma io difendo quella croce”, pubblicato il 5 settembre 2009 sull’editoriale “Il fatto quotidiano” attacca le tesi sostenute dal governo italiano. Feltri, Bersani, Berlusconi, Gelmini, leghisti, ministri che parlano e straparlano, abbozzano incomplete definizioni per difendere la croce, senza neppure considerare il fatto che per la costituzione italiana il crocifisso è un semplice “arredo scolastico”. Travaglio precisa come nemmeno la Santa Sede riesca a sottolineare l’immagine a cui il crocifisso rimanda. Quella, appunto, di un uomo torturato, sacrificato sulla croce per noi. È il simbolo stesso dell’umanità, della libertà e della giustizia. Non ha pertanto alcun senso scagliarsi contro Cristo, rappresentato con un muto, innocente, inoffensivo pezzo di legno. La sua figura tace, non genere alcuna discriminazione, anzi è emblema della sofferenza, uguaglianza e speranza.
Sono pienamente d’accordo con quanto afferma Travaglio, anche se egli non sembra cogliere il fatto che il crocifisso non sia l’unico simbolo esistente. Tutte le religioni possiedono statuette, immagini, testi simbolici con significati ugualmente profondi, spesso simili a quello dello stesso crocifisso. Dalla Ruota del Dharma buddista, alla stella di David ebraica, alla Mezzaluna islamica, all’Omkar induista, allo Yin e Yang taoista… ed è proprio diritto di questi simboli, tutti inoffensivi, avere un piccolo ma significativo posticino sulle pareti scolastiche. È infatti importante che i bambini , i ragazzi conoscano fin dai banchi di scuola i significati di tutti i simboli religiosi, aldilà delle loro credenze e di quelle delle loro famiglie, affinché si diffondano gli ideali basilari di tolleranza e liberalità.

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