venerdì 15 ottobre 2010

MAFFEI-TESTO ARGOMENTATIVO-TRACCIA N°2

E’ GIUSTO APPENDERE IL CROCIFISSO IN CLASSE?

SIMBOLO DI LIBERTA’



“Io dico che questa Europa del Terzo Millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita”. Lo ha detto il segretario di Stato Vaticano, Cardinal Torcisio Bertone, riguardo la sentenza di Strasburgo. Tale sentenza afferma infatti che il crocifisso appeso nelle aule scolastiche è una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni.
La Corte Europea ha espresso il suo giudizio in seguito alla vicenda giudiziaria di una cittadina italiana di origini finlandesi, Soile Lautsi Albertin, convinta del fatto che la presenza del crocifisso in classe fosse contraria a quella laicità che è riconosciuta dallo Stato. La battaglia legale iniziò nel 2002; i figli della signora Lautsi frequentavano l’Istituto Statale “Vittorino da Feltre” di Abano Terme (Padova) e, in seguito alla negata richiesta di togliere i crocifissi dall’aula, la signora denunciò il fatto prima davanti al Tar del Veneto, poi presso la Corte Costituzionale e, in ultimo, davanti al consiglio di Stato.
Il governo italiano ha fatto ricorso alla “Grande Chambre” dei sette giudici autori della sentenza, per il fatto che, come spiega Maria Stella Gelmini, “il crocifisso è un simbolo della nostra tradizione e nessuno riuscirà a cancellare la nostra identità”. Ciò che vogliono sottolineare i politici italiani è che il nostro Paese è stato culla della Chiesa Cattolica, scenario della sua evoluzione, essa ha avuto un ruolo di primo piano per molti secoli della nostra storia politica e religiosa. Per questo motivo si può dire che il simbolo del crocifisso nelle aule rimandi a un significato culturale piuttosto che religioso, è parte integrante della tradizione; d’altronde anche l’azzurro, colore nazionale italiano, ha una sua origine cristiana: risale al 1366, quando il conte Amedeo VI di Savoia volle che sulla sua nave ammiraglia sventolasse una grande bandiera azzurra in omaggio alla Madonna.
Spesso si dimentica che valori e simboli fanno parte del bagaglio di tutti i cittadini, credenti e non. Infatti il crocifisso, oltre che rappresentare la “stella polare” della fede cristiana, è l’emblema del supplizio di un uomo che ha dato la sua vita per difendere valori che oggi possiamo ritenere universali, ovvero la tolleranza, la fratellanza, l’accoglienza, la difesa dei deboli, l’amore verso il prossimo, di qualunque razza o religione esso sia. Tutti questi principi sono fondamentali per costruire uno Stato in cui i diritti dell’uomo vengano garantiti e rispettati. Perciò, a mio parere, l’esposizione del crocifisso non rappresenta una limitazione della libertà religiosa, bensì una valorizzazione di questa, proprio in base a quello che afferma il messaggio cristiano del rispetto del diverso e dell’amore verso ogni essere umano, messaggio che è testimoniato e incarnato da quell’uomo crocifisso. Lui è lì silenzioso che osserva, ascolta e soffre per questo mondo che ha creato con tanto amore, senza imporre niente a nessuno, in nome dell’assoluta libertà che ha lasciato ad ognuno di noi.
"Ora, il Signore è lo Spirito; e dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà" (2 Corinzi 3,17).

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