giovedì 14 ottobre 2010

SAVANT AIRA - TESTO ARGOMENTATIVO - tema n 4

Crimini contro natura!

La caccia. Sin dai tempi antichi l’uomo si è dovuto cimentare in quest’attività non tanto per diletto quanto per garantirsi la sopravvivenza. Questo però ai tempi dei cavernicoli; ora, nel XXI secolo, che bisogno c’è di imbracciare un fucile e riempire di piombo un povero animale indifeso? È anche vero che ormai molti sono dell’idea che si tratti di una pratica superflua e priva di significato, per non dire orrenda e atroce per chi la subisce; tuttavia c’è ancora una fetta della popolazione mondiale che trova divertente vedere soffrire un animale e accasciarsi al suolo a gambe all’aria. Personalmente io sono sempre stato, e sempre lo sarò, un difensore degli animali, dall’odiosa medusa alla grande balena, sostenendo il loro diritto alla vita perché sono anch’essi esseri viventi. Ritengo, infatti, che colui che decida di cimentarsi in quest’occupazione abbia avuto durante la sua vita, in particolare durante la sua infanzia e giovinezza, periodi in cui si inizia a formare il carattere delle persone, un cattivo atteggiamento e una scarsa considerazione nei confronti degli animali, in quanto esseri meno dignitosi dell’uomo. Tuttavia questa colpa non è da attribuire unicamente alla persona in questione, bensì anche ai suoi genitori perché lo hanno influenzato, con i loro atteggiamenti e la loro mentalità, a seguire il loro esempio. Proprio per questo motivo un cacciatore è spesso restio ad abbandonare questa attività, che spesso svolge per puro hobby, in quanto ormai rappresenta un qualcosa di troppo consolidato nella sua natura e se qualcuno gli provasse a chiedere “ ma non provi pietà nel vedere un animale morire?” lui gli risponderà “ ma è solo un animale!”. Tuttavia, come ho già affermato, non tutti la pensano come me. È facile, infatti, durante la stagione venatoria, incontrare lungo il ciglio di una stradina di campagna vicino al limitare di un bosco un gruppetto in tuta mimetica che alle sei del mattino non ha niente di meglio da fare se non di porre fine alla vita di uno spensierato animale. Questo accade ancora oggi in un paese civilizzato come il nostro dove, tuttavia, qualcuno si immedesima ancora nella figura del cavernicolo del Paleolitico; l’unica differenza è che il secondo lo faceva per potersi sfamare, il primo per coprire un buco nella parete con una testa impagliata. Sicuramente, questa loro passione ha fondamento su antiche tradizioni talmente consolidate nella loro mentalità da non poter più essere superate. Se queste persone sono spinte da motivi legati alla loro tradizione, molti altri cacciatori sono sollecitati dal loro stesso stato che gli permette di compiere questi tremendi crimini. Basti pensare alla Cina e al Giappone, considerati tra i paesi più avanzati del pianeta Terra in ambito tecnologico ed economico ma, sicuramente tra i più arretrati per quanto riguarda il loro atteggiamento nei confronti degli animali e della natura. Infatti, in questi paesi a causa della loro cultura e soprattutto della loro tradizione culinaria, basata sul sushi, ogni anno compiono uno sterminio tra squali e delfini. In particolare sono atroci i metodi con cui questi poveri animali vengono uccisi per esempio i delfini, che vengono prima spinti all’interno di insenature o piccoli golfi; dopodiché gli viene chiusa l’unica via di fuga e poi dall’alto, da delle piccole imbarcazioni, vengono trafitti con degli arpioni. Immaginatevi di assistere alla scena dall’alto e di vedere alla fine di questo massacro un mare completamente tinto di rosso in cui qualche sfortunata creatura si dimena ancora tra gli altri cadaveri. Al contrario agli squali, dopo essere stati catturati e issati sulle barche, vengono tagliate le pinne per poi essere gettati nuovamente in mare a morire. Un altro massacro che suscita l’attenzione della popolazione mondiale ogni qual volta si verifica è quello nei confronti delle balene. La caccia ai cetacei in generale si verifica anch’essa in questi due paesi, che nonostante tutto sotto altri aspetti presentano una cultura interessantissima, e in altri come l’Islanda ed entrambi sono spinti in questo loro crimine sia dalla carne di questi animali, molto ricercata nei paesi orientali, sia dal loro grasso. Infine vi è la caccia degli animali da pelliccia per esempio le foche, uccise anch’esse con metodi atroci in quanto vengono ripetutamente prese a bastonate, che si basa prevalentemente su motivi economici: infatti i cuccioli di foca, che si trovano in particolar modo nel mirino dei cacciatori poiché non sanno nuotare, sono ricercati soprattutto per le loro morbide pellicce che vengono poi esportate in Europa e nelle altre nazioni. Pertanto tutte queste persone non modificheranno mai il loro atteggiamento e la loro poca considerazione nei confronti degli animali poiché saranno sempre spinti da motivi, legati o alla loro tradizione o alla politica del loro stato, talmente consolidati che non potranno mai essere cancellati; di conseguenza continueranno sempre a perpetrare i loro crimini basandosi sulla convinzione che gli animali, in quanto tali, non possono provare alcun sentimento. Pertanto noi altri, a cui ci sta a cuore il diritto di vita degli animali, non possiamo fare altro che sperare che un giorno ricevano un’illuminazione dall’alto che gli faccia cambiare idea e fino a quel momento immagineremo la situazione opposta: loro cacciati dalle loro prede.

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