venerdì 15 ottobre 2010

RICHIARDI - TRACCIA 4

Caccia: si o no?
Giusto praticarla o meglio abolirla?

Fin dai tempi più antichi, l'uomo per procurarsi cibo, cacciava gli animali selvatici, perché non conosceva ancora l'allevamento. Poi l'uomo incominciò ad allevare gli animali e questo gli permise d'avere dimora fissa e la caccia non fu più indispensabile. Pertanto ora la caccia non è più praticata per procurarsi cibo, ma per divertimento e sport e di conseguenza nasce il dibattito se la caccia vada difesa o abolita. Per 7 italiani su 10 andrebbe abolita, infatti, legata alla cacciagione, c'è l'estinzione di alcune specie animali e viene comunque ritenuta un pratica incivile carica di violenza. A causa della caccia la scomparsa di una sola specie costituirebbe un danno irreparabile per tutti gli esseri viventi. Per evitare questo, bisognerebbe abolire la caccia, anche se questo causerebbe danno all'industria che produce armi e abbigliamento, con diminuzione agli addetti a quel settore. Secondo altri (un italiano su 10) la caccia va difesa perché non danneggia l'ambiente, ma elimina alcune specie d'animali che danneggiano l'agricoltura. Secondo questi sostenitori, i cacciatori non si limitano a cacciare, ma effettuano ripopolamenti della selvaggina e curano l'ambiente. Essi affermano che non sono loro a causare la scomparsa della fauna, perché sono interessati alla conservazione degli animali, quindi le vere cause sono l'inquinamento e gli insetticidi. Un aspetto decisamente peggiore e ben più grave è rappresentato dal bracconaggio: questi cosiddetti “cacciatori” uccidono gli animali che vivono nelle riserve e che sono specie protette, compiendo delle vere e proprie stragi sia verso gli animali che verso l'ambiente. Ne sono un esempio i bracconieri che ammazzano rinoceronti ed elefanti esclusivamente per ricavarne l' avorio dalle zanne, e venderlo magari al mercato nero. Con questo si vuole dimostrare che la caccia illegale è un pericolo per l'equilibrio terrestre. È ingiusto quindi voler abolire la caccia, soprattutto nei confronti di chi svolge la caccia rispettando l' ambiente; il vero problema è il bracconaggio, causa principale del rischio d' estinzione di molte specie.
La diatriba se mantenere e regolamentare la caccia o abolirla del tutto è sempre stata molto accesa e recentemente in questa lotta ha preso parte Michela Vittoria Brambilla, come si evince da un articolo pubblicato sul quotidiano “Il Giorno” del 14/05/2010. Queste sono le sue parole: “Non solo si può, ma si deve abolire la caccia; i cacciatori si rassegnino. Non credo che una minoranza di 710mila persone possa rivendicare con arroganza la libertà di uccidere animali indifesi, cosa inaccettabile per la stragrande maggioranza degli italiani». È durissima, il ministro del Turismo: «Non è degno di un Paese civile uccidere per sport. Chi non rispetta gli animali non rispetta neanche gli esseri umani». E un pensiero va alle famiglie dei due volontari animalisti freddati in Liguria, tragedia scatenata «dalla mancanza di rispetto per la vita». Resta il fatto che l’abolizione delle attività venatorie è al primo punto di un manifesto lanciato dalla Brambilla con l’oncologo Umberto Veronesi da Palazzo Reale, a Milano. L’iniziativa si chiama «La coscienza degli animali» e ha già un sito internet (www.lacoscienzadeglianimali.it), il plauso degli animalisti (Lav e Wwf) e nove interpreti pronti a metterci parole e faccia.
Secondo me la caccia non va abolita, nonostante sia un amante degli animali. Certo, ci sono modi e modi di cacciare, ed è per questo che non deve essere vietata: infatti vi sono cacciatori che la svolgono onestamente e con rispetto, i veri appassionati insomma. C'è invece chi la pratica con metodi spietati, coloro cioè che non ritengono questo “sport” una passione e un modo di stare in mezzo alla natura.

Nessun commento:

Posta un commento